La musica
Il fitto intreccio tra scrittura e improvvisazione, il largo impiego delle tecnologie, le sonorità allucinate, i lirismi inattesi, le danze febbrili e gli improvvisi glaciali sono tra le caratteristiche che ricalcano la personalità del gruppo.
Psicosusina TurboAccelerata è un concerto elettroacustico per tre strumentisti, video e live-electronics, la cui partitura prevede l’aggiunta di ospiti di natura differente (interpreti, improvvisatori, performer, ecc..).
L’organico di partenza: un trio elettroacustico che, oltre a comprendere una notevole gamma di flauti (basso, alto, soprano e flauti etnici), una piccola orchestra di percussioni (controller digitali, marimba, vibrafono, glockenspiel, cymbalon, una miriade di oggetti, tamburi, membrane, piatti, etc.), alcune tastiere elettroniche, piano elettrico, si fonde con l’utilizzo del live-electronics da parte di tutti i componenti del trio.
Molti dei suoni prodotti dagli strumenti elettronici sono il frutto di una ricerca che sta a metà strada tra la composizione e la liuteria.
I musicisti sembrano danzare in un mare di strumenti. Le sonorità vanno dallo scarno contrappunto a tre voci fino a grandi sonorità orchestrali. Può capitare di tutto perché tutto è un gioco.
La parola ‘contaminazione’ è inadeguata. Qui i generi non si fondono affatto. Piuttosto, il loro accostamento stride oppure, in altri casi, è semplicemente ridicolo.
Il senso del discorso musicale si trova altrove ed è il distacco partecipato dei musicisti ad evidenziarlo: il quadro è quello di un girone infernale, oppure del giardino dei balocchi.
Riaffiora a tratti un sotterraneo filo rosso, fatto di elementi scarni, di suoni elementari e di melodie sommesse. S’intravede, poi scompare. È l’esile voce del flauto, il sottile rintocco del cymbalon, alcune note del piano elettrico.
Parlare è inutile.